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Il Parlamento andorrano ha adottato alla fine di luglio un testo che crea regole contro l'evasione fiscale. I responsabili ora si trovano ad affrontare una pena massima di 5 anni di carcere.

Un passo avanti verso la trasparenza

È lontana l'epoca d'oro dell'opacità fiscale in Andorra. Il principato dei Pirenei, una volta inserito nella lista "grigia" dei paradisi fiscali da parte dell'OCSE, ha fatto un altro passo verso la normalizzazione: il Parlamento  ha adottato all'unanimità un testo che registra l'evasione fiscale come un reato nel codice penale.

Il governo aveva fissato una soglia minima per   l'evasione fiscale di 50.000 euro, mentre l'opposizione chiede una soglia di 100.000 euro. Dopo i negoziati, il piano era fissato a 75.000 euro. Per le somme evase tra 75 000 e 150 000 euro, l'accusato rischia da 3 mesi a 3 anni di carcere. Da 150.000 euro, o se i responsabili sono membri di un'organizzazione criminale, la pena detentiva può essere fino a 5 anni.

Queste nuove sanzioni restano meno severe che in Francia. Secondo il confronto stabilito dall'AFP, l'autore di una frode fiscale in Hexagone comporta fino a 2 milioni di euro di multe e 7 anni di carcere per i casi più gravi.

In Andorra, sempre più trasparenza

Negli anni 2000 Andorra era ancora nell'elenco "grigio" dell'OECD di paradisi fiscali non cooperanti. Il principato ha lasciato questa lista nel 2010. Negli ultimi anni, diverse tassazioni moderate sono state implementate, con una tassa sulle attività economiche nel 2011 e l'IVA del 4,5% nel 2013. Dal gennaio 2015, gli andorrani sono soggetti all'imposta sul reddito,  fissata al 10%.

Il processo di trasparenza fiscale non si ferma qui: alla fine del 2016, una legge approvata all'unanimità dal Parlamento di Andorra prevede per il 1 gennaio, 2018, che le informazioni in qualsiasi conto corrente bancario intestato da un non residente in Andorra siano comunicate al paese di origine per i cittadini dell'UE.

Una tendenza globale

Dal 2000 i paradisi fiscali hanno tentato di abbandonare la deregolamentazione fiscale e di passare verso una maggiore trasparenza, in particolare su iniziativa dell'OCSE e del suo Forum tributario mondiale. Nel 2010, l'elenco pubblicato dall'OCSE, su richiesta del G20, "paradisi fiscali che non sono conformi alle norme globali per lo scambio di informazioni fiscali" contano ancora 43 stati. 31 di essi, tra cui Andorra, erano nella lista "grigio scuro", l'elenco dei paradisi fiscali già identificati nel 2000 e 8 nell'elenco "grigio chiaro". Altri 4 stati erano nell'elenco "nero" dei paesi non cooperativi: Costa Rica, Malesia, Filippine e Uruguay.

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